Famosi sconosciuti

Dopo aver frequentato per un po’ di tempo Twitter, mi sono reso conto delle dinamiche sociali più significative che lo caratterizzano. Una di esse è il fenomeno delle tweetstar: in pratica degli emeriti sconosciuti che, più o meno dal nulla, assurgono alla notorietà tramite i loro tweet. E qui veniamo al punto: quali sono i contenuti che permettono a queste persone di diventare ‘famose’?

Prima un piccolo inciso. Per essere considerato tweetstar devi avere almeno qualche migliaio di follower: altrimenti non sei nessuno.

E quindi torniamo ai contenuti, il punto focale della questione. Spesso queste persone diventano note solamente a suon di stupidaggini, battute, volgarità, vignette prese da altri siti, aforismi copiati da libri di citazioni, foto che li ritraggono (se sono belle donne e mostrano le loro grazie sono avvantaggiate) che attraggono i passanti, i follower.

Insomma, tweetstar, famoso del Twitter, non è necessariamente sinonimo di persona che ha qualcosa di interessante da dire; magari nella vita reale è uno sfigato che sta tutto il giorno attaccato al social network per raccattare qua e là nuovi follower, facendone unico scopo della sua vita. Considerate che oramai sono in tanti anche loro, le tweetstar, e quindi… è una battaglia continua a colpi di tweet, per emergere tra le altre ‘star’.

Poi ci sono una serie di dinamiche ridicole, che vedono i comuni mortali, ovvero la gente con pochi follower, baciare i piedi alle tweetstar, perché sperano di esser presi sotto le ali protettive di questi ultimi ed un giorno, chissà, diventare famosi anche loro.

Io trovo tutto questo molto ridicolo, specialmente perché spesso parliamo di persone senza cultura, o semplicemente poco interessanti, diventate ‘famose’ perché eccellenti nella mediocrità, un costante leit-motiv (ahinoi) delle reti sociali, una massa che tende verso il basso, sempre più giù, mentre dal basso emergono questi egocentrici pavoni, schiavi della loro immagine, purtroppo presi ad esempio (a volte idolatrati) dalle persone senza carattere.

Quando il social network è utilizzato per seguire gli ‘aggiornamenti’ di questi utenti, che tra parentesi il più delle volte ti ignorano perché per loro non sei nessuno, per me è solo tempo perso. Viene meno il concetto di interazione, che fa da base a Twitter, Facebook, eccetera.

Diventa un po’ come guardare certi programmi tv: li guardi e non ti rimane nulla.


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