Colloqui di lavoro

a working day

Certi colloqui di lavoro sono imbarazzanti. Dipende, ancora una volta, dalle persone. Selezionatori poco preparati, empatici, gentili, insomma… Ce n’è per tutti i gusti. Non una presentazione dell’azienda, non cercano di coinvolgerti ma ti fanno domande con stile interrogatorio del Terzo Reich, senza dir nulla di sé, cosa ti offrono, di cosa si occupa la loro azienda.

E poi ci sono i cacciatori di teste. Quelli ve li raccomando. Sono i peggiori (esistono anche all’estero). Ti telefonano agli orari più improbabili, ti martellano se non rispondi e quando ci parli ti ritrovi il solito stile inquisitorio e aggressivo, per sapere se sei ‘adatto’ a loro e alla loro mentalità, se ti possono usare. Per i cacciatori di teste sei solo qualcuno da rivendere al cliente, ti offrono il solito lavoro da schiavo e la loro società guadagna sul tuo lavoro senza far nulla.

Odio questo sistema fatto di subappalti, di sfruttamento, di arroganza e di poca educazione. E’ difficile purtroppo trovare persone serie, preparate e gentili quando ti interfacci col mondo del lavoro italiano. Un’arma l’abbiamo però: selezionare anche noi. Capire chi abbiamo di fronte e cosa ha da offrirci. Perché anche il lavoratore ha (molto) da offrire. Io dico sì al lavoro e no alla schiavitù.


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2 Commenti a “Colloqui di lavoro”

  1. Federico ha detto:

    Ti manca il seguito della parte con i mirabolanti headunter, ovvero che dopo averti rotto le palle per il colloquio, magari riesci anche a farlo telefonico o addirittura di persona…. SCOMPAIONO.

    Li senti per email, balbettano due stronzate e poi non ti si filano più…

  2. Daniele ha detto:

    E’ come essere nella giungla… già.

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