E’ una constatazione di fatto: sigarette e informatica vanno spesso a braccetto. Lo noto da quando ho iniziato a lavorare in questo settore (ma anche frequentando ambienti a livello ludico/amatoriale). Davvero tante persone che utilizzano il computer fumano anche come turchi.
E’ quasi un rapporto di causa-effetto: fumare per lavorare e lavorare per fumare di nuovo. Il fumo in qualche modo allontana momentaneamente lo stress da lavoro. E’ una soluzione temporanea, perché dopo un po’ si avverte la necessità impellente di accendersi un’altra sigaretta. Questo brutto e infausto legame porta a una dipendenza ancor più forte e a mio avviso non fa che rafforzare il vizio. Che non si dissolve, purtroppo, in una nuvola di fumo… ma porta con se spiacevoli effetti collaterali: ambienti affumicati, dita (e tastiere) annerite dal tabacco incenerito, vestiti puzzolenti e, soprattutto, si costringe i non fumatori a sopportare un ambiente sgradevole. E’ una limitazione della libertà personale altrui.
La legge che dal gennaio 2004 in Italia impone il divieto di fumare negli ambienti pubblici per me è stata una mano santa: fino a prima della sua approvazione ero costretto a subire, nel lavoro e nel tempo libero, la puzza e il fastidio che il fumo di sigaretta mi infliggono. Non la sopporto. Purtroppo oggigiorno c’è ancora qualcuno che se ne frega del divieto, ma per fortuna si tratta di una esigua minoranza. Ci sono gli spazi aperti, adibiti ai fumatori, ed è giusto che vengano utilizzati quelli.
Mi stupisco davvero tanto che il vizio del fumo, con l’informazione che c’è ai giorni d’oggi (sui danni che esso provoca), sia ancora così diffuso, soprattutto fra i giovani!
Vedo tanti ragazzi, a dire il vero più donne che uomini, attaccate morbosamente alla sigaretta. Apro una parentesi: a parte che fa male, ma per me una ragazza fumatrice perde molta attrattiva anche come donna.
Tornando in tema, l’aria che respiriamo nelle città già fa schifo per via dello smog. Perché rovinarci la salute ancor di più, fumando le sigarette proprie, o quelle, sommessamente imposte, degli altri?
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