Ricordi nella spazzatura

ricordi nella spazzatura

I ricordi a volte coinvolgono le fotografie stesse. Capita spesso che mi torni alla memoria una foto scattata magari anni prima (quella che presento risale al 2011) e da questo impulso nasce la voglia di andare a cercarla, guardarla di nuovo e capire cosa mi aveva spinto a fermare quel momento la prima volta, qual era stato l’interesse iniziale per il soggetto.

Di questa scena mi aveva colpito il ricordo abbandonato, il cui simbolo sono le fotografie rifiutate, l’album lasciato aperto, quegli oggetti indesiderati e gettati in modo, se vogliamo, un po’ barbaro nella spazzatura; anzi, per essere più precisi, ai piedi di un cassonetto dell’immondizia, con incuria, inciviltà e disprezzo. Come a volersene liberare per sempre e rendere questa decisione definitiva di dominio pubblico. L’ho trovata un’immagine forte: ha catturato immediatamente la mia attenzione.

Un altro aspetto dei “ricordi nella spazzatura” è che attraverso le fotografie altrui si raccontano vite che non potremo mai comprendere fino in fondo. Cosa significavano quei momenti per il fotografo? Cosa lo ha spinto ad immortalarli prima e poi, successivamente, a liberarsene?

La fotografia è un viaggio nel tempo continuo, un costante rimando tra osservatore ed osservato: uno specchio che riflette sia la propria vita, sia, a tratti, quelle altrui.


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