Archivio per la categoria 'Attualità'


29 Modi per rimanere creativi

lunedì, 2 Marzo 2015

Guardate questo bellissimo video. Consigli molto utili… e creativi.

La faccia tosta

lunedì, 1 Dicembre 2014

Una delle qualità più importanti ed apprezzate dell’IM (Italiano Medio) è la faccia tosta. E’ una qualità da cui non si può prescindere se si vuole fare carriera in Italia, in qualsiasi campo. L’IM è incoraggiato a farne uso in ogni situazione in cui si debba proporre: nel curriculum vitae, durante i colloqui di lavoro, per incoraggiare una promozione o un avanzamento di livello. In questo Paese più ti vendi bene e meglio è, non importa cosa realmente tu sia capace di fare. Serve tanta chiacchiera, simpatia, furbizia ed una buona dose di superficialità.

Le persone profonde e introspettive si fanno troppe domande, sul dove stanno e perché ci stanno, sono scomodi nel mondo del lavoro, in cui l’equilibrio tra obblighi e diritti è per lo meno discutibile. Nell’era in cui più che mai bisogna produrre, per vincere la “crisi”, meno dubbi sollevi (su te stesso e sul lavoro che ti viene offerto) meglio è. Prendere o lasciare. Ma sempre con un bel sorrisone stampato sulla faccia. Tosta.

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Famosi sconosciuti

mercoledì, 26 Giugno 2013

Dopo aver frequentato per un po’ di tempo Twitter, mi sono reso conto delle dinamiche sociali più significative che lo caratterizzano. Una di esse è il fenomeno delle tweetstar: in pratica degli emeriti sconosciuti che, più o meno dal nulla, assurgono alla notorietà tramite i loro tweet. E qui veniamo al punto: quali sono i contenuti che permettono a queste persone di diventare ‘famose’?

Prima un piccolo inciso. Per essere considerato tweetstar devi avere almeno qualche migliaio di follower: altrimenti non sei nessuno.

E quindi torniamo ai contenuti, il punto focale della questione. Spesso queste persone diventano note solamente a suon di stupidaggini, battute, volgarità, vignette prese da altri siti, aforismi copiati da libri di citazioni, foto che li ritraggono (se sono belle donne e mostrano le loro grazie sono avvantaggiate) che attraggono i passanti, i follower.

Insomma, tweetstar, famoso del Twitter, non è necessariamente sinonimo di persona che ha qualcosa di interessante da dire; magari nella vita reale è uno sfigato che sta tutto il giorno attaccato al social network per raccattare qua e là nuovi follower, facendone unico scopo della sua vita. Considerate che oramai sono in tanti anche loro, le tweetstar, e quindi… è una battaglia continua a colpi di tweet, per emergere tra le altre ‘star’.

Poi ci sono una serie di dinamiche ridicole, che vedono i comuni mortali, ovvero la gente con pochi follower, baciare i piedi alle tweetstar, perché sperano di esser presi sotto le ali protettive di questi ultimi ed un giorno, chissà, diventare famosi anche loro.

Io trovo tutto questo molto ridicolo, specialmente perché spesso parliamo di persone senza cultura, o semplicemente poco interessanti, diventate ‘famose’ perché eccellenti nella mediocrità, un costante leit-motiv (ahinoi) delle reti sociali, una massa che tende verso il basso, sempre più giù, mentre dal basso emergono questi egocentrici pavoni, schiavi della loro immagine, purtroppo presi ad esempio (a volte idolatrati) dalle persone senza carattere.

Quando il social network è utilizzato per seguire gli ‘aggiornamenti’ di questi utenti, che tra parentesi il più delle volte ti ignorano perché per loro non sei nessuno, per me è solo tempo perso. Viene meno il concetto di interazione, che fa da base a Twitter, Facebook, eccetera.

Diventa un po’ come guardare certi programmi tv: li guardi e non ti rimane nulla.

L’attesa desolante

giovedì, 30 Maggio 2013

waiting

Un Paese di vecchi

mercoledì, 8 Maggio 2013

Questo è un Paese gerontocratico, dove gli anziani detengono potere e ricchezza. Cercano di mantenerli a tutti i costi, in primis a livello politico ed economico, in secundis in ogni posto dove ci sia da comandare qualcuno più giovane.

Vado in palestra a volte la mattina, a volte la sera. Quando vado di mattina, ci sono molti anziani, e mi capita di parlare con loro. In molti votano Monti o a destra, posizioni conservatrici: del resto loro hanno dei bei gruzzoletti da difendere, e non si sa neanche con quanto impegno se li siano guadagnati.

Mi sono addirittura sentito dire che Letta è troppo giovane (a 48 anni!) per fare il Presidente del Consiglio. Ma scherziamo? Forse è l’unica nota positiva di questo neonato Governo!

A volte mi prende la frustrazione, perché è difficile cambiare le cose in un Paese in cui queste persone non vogliono cambiare nulla, perché a loro sta bene così. Non lo nascondono neppure.

Il conflitto generazionale c’è eccome.

Quelli della mia età si sono visti tarpare le ali da famiglie (in senso lato, non solo la propria, ma quelle dei Padri) egoiste, che si sono divertite quando si poteva (pensate alla Dolce Vita degli anni ’60, che per me resterà sempre un mito, come l’età dell’Oro) ed hanno consumato, corrotto, esaurito tutto ciò che era a loro disposizione.

Invece dell’apice della mia carriera lavorativa sto vivendo una lunga fase di precarietà, e sono molto arrabbiato per questa situazione.

Ne do la colpa in gran parte a chi mi ha preceduto, perché io le maniche me le sono rimboccate, ho studiato e lavorato duramente, ma non ho visto i risultati di chi invece oggi sta a pancia all’aria e si gode le pensioni d’oro.

Spero vivamente in una presa di coscienza generale, da parte di tutti coloro che si trovano nella mia stessa situazione, per sovvertire, un po’ alla volta, questo stato di cose.

Dobbiamo cambiare la classe dirigente della nostra amata Italia, altrimenti non si va da nessuna parte.

Si deve anche combattere la mancanza di cultura, l’orgoglio dell’ignoranza (pericolosissimo), l’arroganza di certi vecchi (mi perdonino il dispregiativo, ma per queste persone non nutro stima) che li porta a guardarti dall’alto in basso, a raccontarti la bella vita che fanno (alla faccia tua) e quella dei loro figli, che studiano alla Bocconi e si fanno gli stage retribuiti non appena usciti dall’università.

Io mi sento in forte contrasto con questa gente, perché nella vita mi sono sudato tutto quello che ho nel presente.

Di questo, sì, sono molto orgoglioso.

Casaleggio fake

sabato, 13 Aprile 2013

Secondo me è geniale. 😀

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La Apple non è più quella di una volta

giovedì, 4 Aprile 2013

Da quando non c’è più Steve Jobs alla guida di Apple si è persa quella visione di insieme chiara, coerente, ed i prodotti ne risentono.

Considerazioni su Twitter

sabato, 29 Dicembre 2012

Da grande appassionato della rete, di comunicazione e di social media, vorrei dire la mia su Twitter, adesso che ho materiale a sufficienza per farlo, e poiché tempo fa scrissi qui le mie considerazioni sull’altro social network più famoso, Facebook.

Facciamo un brevissimo passo indietro: Twitter all’inizio non mi conquistò (il mio primo account risale al 2008), infatti ad un certo punto mi cancellai. Successivamente, nel 2010, mi sono iscritto di nuovo, per cercare di capirlo meglio, perché si stava diffondendo a macchia d’olio, e per mera curiosità. Solo negli ultimi mesi ho iniziato ad utilizzarlo più assiduamente, perché senza dubbio è una grande fonte di informazioni.

Il primo intento infatti è quello di tenermi informato sui fatti del mondo, dall’attualità alla politica, dall’informatica all’arte, dalla fotografia alla scienza, e così via.

Quindi seguo una serie di fonti che mi danno queste notizie.
Poi c’è una serie di persone con cui ho uno scambio più leggero, si passa da argomenti futili a riflessioni più profonde.

Twitter in fondo assomiglia a una specie di chat, non proprio come IRC dei bei tempi andati, ma simile. La sua forza è la sintesi (ma è anche il suo limite).

Non puoi per ovvi motivi seguire tutto, e non è un luogo dove si può approfondire molto, per il limite imposto dai 140 caratteri. Lo vedo come una sorta di trampolino di lancio, dove gli altri promuovono e fanno conoscere le loro idee e tu le tue.

Ai giorni d’oggi, per chi come me lavora nel mondo dell’informatica ed ha interessi che vi ruotano attorno (fotografia, informazione, lettura, musica, arte) ritengo che sia anacronistico non avere un account Twitter, per tutti gli spunti che ti può dare, e per la sua immediatezza nel trattare argomenti di attualità.

Ne è prova che tanti personaggi ‘famosi’, provenienti dal mondo della politica, dell’economia, della cultura e dello spettacolo si sono iscritti a Twitter, perché ne hanno capito l’importanza.

Molto diverso è Facebook, su cui ho già scritto abbastanza e non mi ripeterò: da lì ho cancellato il mio account circa sei mesi fa e non ne sento assolutamente la mancanza.

Anche Twitter però ha i suoi lati negativi. Ad esempio, il fatto di assomigliare più ad una chat che ad un newsgroup (ve li ricordate?) o ad un forum lo porta ad essere dispersivo. Non sempre leggi cose interessanti, e può diventare una perdita di tempo se non viene usato con accortezza e intelligenza. Personalmente mi sono creato delle liste, suddivise per aree tematiche, che contengono i contatti che preferisco, in modo da poter leggere a colpo d’occhio le ‘notizie’ della giornata e poi passare ad altro se ho da fare.

Vi dico anche, sinceramente, che preferisco ancora, per informarmi in modo più organico, e per intavolare discussioni ad un livello più profondo, i blog ed i feed RSS. Con questi strumenti, se c’è uno scambio attivo e biunivoco con l’autore, il ritorno in termini di comunicazione (e di soddisfazione) è sicuramente maggiore rispetto allo scambio di battutine su Twitter, che, per la natura volatile del suo stesso essere, lasciano il tempo che trovano.

Senza paracadute

lunedì, 15 Ottobre 2012

La notte porta consiglio, ogni tanto è vero. A me ha portato alcune riflessioni, che sicuramente non sono delle novità per quanto mi riguarda, ma ogni tanto riaffiorano a livello cosciente perché, osservando il mondo che mi circonda, noto delle differenze con gli altri, come è naturale che sia.

In particolare mi riferisco alle differenze di base tra me e chi, fin da giovanissimo, è stato abituato, dalla famiglia e dalla vita, a dare per scontate molte cose.

Riflettevo sul fatto che riesco a godere delle piccole cose, come delle grandi, proprio perché le ‘grandi’ me le sono conquistate duramente, sia nel lavoro, nello studio, che nella vita privata. Non ho mai avuto la vacanza assicurata, lo studio assicurato (tant’è che a un certo punto della mia vita me lo sono dovuto pagare da solo), quelle sicurezze economiche che in qualche modo ti danno un percorso già a grandi linee delineato. Non ce l’ho avuto: me lo sono disegnato da solo. Con ciò non voglio assolutamente dire che sono stato povero o paragonarmi a chi la povertà la vive davvero, ed ha problemi ad arrivare a fine giornata (piuttosto che a fine mese); perciò non fraintendetemi.

C’è una differenza di fondo, credo incolmabile, tra chi è stato sempre relativamente tranquillo nella vita, avendo un ‘paracadute’ per molte situazioni e me, che spesso ho dovuto fare i conti con alcune incertezze profonde.

Il lato buono della medaglia è che quello che altri danno per scontato, per me ha tutt’altro sapore, il gusto della conquista.

Questa forma mentis si riflette anche nella mia vita privata: sono abituato a fare delle scelte su chi frequentare e chi no, e allo stesso modo mi trovo bene con chi fa altrettanto. Prendere delle decisioni, fare delle scelte attive (ogni tanto!) comporta dei rischi, che vale la pena di correre. Eppure c’è chi vive la vita così passivamente da risultare… noioso.

Buon proseguimento di giornata a tutti. 😉

Al riparo dalla pioggia

sabato, 1 Settembre 2012

Ieri, in un momento in cui cadeva la pioggia battente:

a colourful shelter

E questa è la strada, come si presentava pochi minuti dopo l’inizio dell’acquazzone…

acquazzone estivo