Archivio per la categoria 'Personale'


La caduta dei giganti

domenica, 15 Luglio 2012

L’estate di solito è una bella stagione per leggere, e l’attuale non fa eccezione…

Ultimamente ho un po’ più di tempo libero, dovuto a motivi non sempre piacevoli, quindi ho ripreso la lettura de “La caduta dei giganti” di Ken Follet, librone che avevo lasciato sul comodino dopo aver letto un centinaio di pagine, e che ho intervallato alla lettura di Philip K. Dick, scrittore di fantascienza (tutt’altro genere).

Mi affascina l’idea di leggere una saga lunga e con tanti personaggi (questo primo volume della trilogia conta circa mille pagine!), ed al momento sono arrivato a circa un terzo del libro.

Il romanzo è ambientato agli inizi del Novecento, tra Inghilterra, Russia, Stati Uniti e gli altri paesi europei coinvolti nella Prima Guerra Mondiale. Infatti le storie personali dei protagonisti fanno solo da sfondo ad un racconto che è prevalentemente la ricostruzione storica dei fatti che hanno portato alla guerra.

Lo trovo anche un ripasso utile, perché mi ero proprio dimenticato la storia di questo periodo, avendola studiata a scuola tanti anni fa…

Devo dire che rispetto agli altri Follet che ho letto, anche quelli lunghi (ad esempio “I Pilastri della Terra” ed il suo seguito “Mondo senza Fine”, entrambi bellissimi) questo è un po’ più lento, forse proprio per il fatto che la narrazione degli eventi storici ha un peso importante rispetto alle vicende personali, di fantasia. Il romanzo potrebbe risultare un po’ noioso in certi punti, perché deve creare le premesse e ricostruire fatti, ambienti, personaggi realmente esistiti e che hanno deciso le sorti delle nazioni coinvolte nella guerra all’inizio del secolo scorso.

Trovo comunque che sia molto utile ed istruttivo, anche se parliamo di un romanzo, che comunque ricostruisce i fatti con dovizia di particolari (Ken Follet è uno scrittore che si documenta molto), ricordare come i rapporti fra gli stati possano deteriorarsi a tal punto da scatenare una guerra. Questo è un pericolo che dobbiamo tenere sempre presente… anche in quest’epoca in cui la ‘guerra’ si combatte ogni giorno nel mondo dell’economia e della finanza. Le tensioni sociali che ormai si sono scatenate nei paesi dell’Europra che più soffrono la crisi attuale non vanno assolutamente sottovalutate.

La storia passata è memoria, non dimentichiamoci i suoi insegnamenti, per non ripetere gli stessi errori…

Model Mayhem

lunedì, 9 Luglio 2012

Evvai che ho inserito in home page pure il bannerino di Model Mayhem.

Guardare nella colonna di destra per credere. 🙂

p.s.: l’ho disegnato ex-novo perché in rete non esiste un bannerino 80×15.

Quand’eravamo giovani…

venerdì, 29 Giugno 2012

Ve lo ricordate il mio vecchio sito?
In molti probabilmente non l’hanno mai visto…! 🙂

Riguardarlo a distanza di anni mi fa un certo effetto… Lo ricordo sempre con affetto, perché è stato il mio vero primo sito web (se escludiamo qualche paginetta su Geocities costruita alla fine degli anni ’90).

Era l’anno 2000, non c’erano Facebook, Twitter e tutti i social network che abbiamo oggi… Non c’erano neanche i blog a dire il vero, o erano pochissimi. Si usava costruirsi il proprio sito da zero, in HTML, ideandone grafica e contenuti…

Insomma, era questo:

Daniele's Place

Buon salto indietro nel tempo… ma poi tornate nel presente eh! 😉

Wild West End

sabato, 16 Giugno 2012

“This is seventh heaven street to me
don’t be so proud
you’re just another angel in the crowd…”

In questo pezzo, uno dei miei preferiti dei Dire Straits, si respira in pieno, secondo me, la loro poetica ed in particolare lo stile country-folk che caratterizza tutta la produzione successiva di Mark Knopfler.

Con Wild West End Mark dipinge un quadro: la cornice è la Londra della fine degli anni ’70, una Londra sicuramente molto più tranquilla e con ritmi più lenti dell’attuale, frenetica metropoli, e già questo salto nel passato è insieme rilassante ed onirico. Dicevo, egli dipinge e racconta una storia, come fa praticamente in ogni sua canzone, da quando ha incominciato a scrivere con i Dire Straits fino ai giorni d’oggi, nella sua carriera da solista. Più avanti ne riporto il testo integrale.

Questo continuum e questa coerenza narrativa a mio avviso si percepisce sin dagli inizi, ed è rimasta immutata in Mark fino al presente, con la dovuta crescita nello stile e nella ricercatezza musicale.

Il genere, seppur io non sia un critico e a questo punto arrivo ai miei limiti nella descrizione del brano, è un piacevole e melodico country, in cui fa capolino la stupenda National Steel guitar del 1937, la stessa che poi verrà usata per suonare Romeo & Juliet nell’album Making Movies del 1980 e che credo quasi tutti conoscete per averla vista nei video dei concerti o nelle copertine dei dischi.

Buon ascolto!

Stepping out to Angelucci’s for my coffee beans
Checking out the movies and the magazines
Waitress she watches me crossing from the Barocco Bar
I’m getting a pickup for my steel guitar
I saw you walking out Shaftesbury Avenue
Excuse me for talking I wanna marry you
This is seventh heaven street to me
Don’t be so proud
You’re just another angel in the crowd
And I’m walking in he wild west end
Walking with your wild best friend

And my conductress on the number nineteen
She was a honey
Pink toenails and hands all dirty with money
Greasy hair easy smile
Made me feel nineteen for a while
And we went down to Chinatown
In the backroom it’s a man’s world
All the money go down
Duck inside the doorway gotta duck to eat
Right now feels alright now
You and me we can’t beat

And a gogo dancing girl yes I saw her
The deejay he say here’s Mandy for ya
I feel alright to see her
But she’s paid to do that stuff
She’s dancing high I move on by
The close ups can get rough
When you’re walking in the wild west end

La magia del bianco e nero

lunedì, 7 Maggio 2012

Adoro il bianco e nero in fotografia. Ti permette di isolare uno specifico momento con una forza ed una comunicatività a mio avviso superiori di quanto possa fare una fotografia a colori. Quando il colore non mi dice nulla in una foto, che sia comunque valida come soggetto, passo direttamente ad elaborarne una versione in bianco e nero. In certi casi, invece, la foto è pensata in questo modo fin dall’inizio.

Il bello del bianconero è di lasciare all’osservatore il compito (o, se vogliamo, la facoltà) di immaginare i colori nella foto. E’ come se l’immagine raccontasse una verità più incisiva, più assoluta, dello stesso momento. Sembra di essere catapultati in una dimensione parallela, una realtà che esiste a prescindere da quella che vediamo con i nostri occhi, ma che vi è in qualche modo collegata.

Infine, le tecniche che si possono usare per realizzare un bianco e nero di proprio (e altrui) gradimento sono diverse: dalle foto ad alto contrasto, a quelle a dinamica piena (comprendenti una vasta scala di grigi) a quelle con i costrasti attenuati e dalle sfumature morbide. La conversione dal colore al bianco e nero sembrerebbe a prima vista un’operazione banale, ma invece non lo è, se si tiene presente quanto considerato finora, da un punto di vista concettuale/contenutistico e stilistico.

Buon bianco e nero a tutti. 🙂

Un bel tramonto…

venerdì, 4 Maggio 2012

c'mon, stop it please! :)

c’mon, stop it please! 🙂

Leggerezza

domenica, 8 Aprile 2012

leggerezza

Il mare d’inverno

giovedì, 2 Febbraio 2012

Quanto mi piace.

Rimini

mercoledì, 7 Dicembre 2011

Una canzone meravigliosa… non mi stanco mai di ascoltarla.

Essenza e apparenza

venerdì, 11 Novembre 2011

Privilegiare i contenuti rispetto alla forma (che pure è importante) ti porta ad essere, piuttosto che apparire, ed a scegliere chi è, invece di chi appare (solamente).