Dal tabaccaio
lunedì, 27 Febbraio 2006Difficilmente sono entrato in tabaccherie i cui commessi/proprietari brillano per simpatia.
A dire il vero, me ne viene in mente soltanto una (ed il proprietario faceva il barista, prima). 😉
In tutte le altre che mi capita di entrare, non per le sigarette, ma per l’acquisto di biglietti, francobolli, caramelle, ricariche telefoniche, ecc. mi trovo di fronte al classico prototipo del tabaccaio.
Non a voler essere razzisti, ma, uomo o donna che sia, il tabaccaio ha qualcuna (o tutte, in tal caso il cocktail è micidiale) delle caratteristiche che ora vado ad elencare. Solitamente è:
- taciturno,
- scontroso,
- maleducato: se possibile non saluta,
- spocchioso.
Adesso mi domando se è il caso di sollecitare i sociologi per studi in materia (!) o di istituire una categoria protetta dei tabaccai, per assicurarne il sostegno morale di indubbia opportunità.
Proprio stamattina ho fatto un sorridente ingresso (ormai sono prevenuto :)) nella peggiore tabaccheria della zona in cui abito; dato che pioveva e ci passavo davanti, ho deciso di correre il rischio.
Lo splendido proprietario (una volta ha fatto anche la pubblicità di un dentifricio, quindi ha ragione a sentirsi importante e tenebrosamente bello) ha mormorato qualcosa al mio saluto -come da abitudine- e faticosamente ha risposto ad una mia domanda (se aveva o no una ricarica per il cellulare). E’ stato uno sforzo insopportabile per lui, aggravato dal fatto che non gli ho comprato nulla perché ciò che mi serviva non era disponibile.
Studi sociologici e categorie protette a parte, in questo caso la misantropia dev’essere genetica…