Archivio per la categoria 'Informatica'
Pretty Good Privacy
domenica, 18 Novembre 2007Dopo aver letto “CRYPTO” di Dan Brown, un romanzo piacevolissimo e scorrevole, mi è venuta voglia di ‘rispolverare’ la mia vecchia chiave PGP (datata giugno 1999, ma ancora valida!). Chiunque ne avesse voglia, può scaricarla ed utilizzarla per inviarmi email crittografate a 4096 bit.
La chiave è in un file ZIP, quindi bisogna prima decomprimerlo e poi importarla nel vostro portachiavi.
Se vi va di firmarla, garantendone la validità, caricatela poi sull’archivio pubblico PGP, la “PGP Global Directory” (se siete fanatici della sicurezza e non vi fidate, possiamo confrontare insieme la “fingerprint” 🙂 ).
Sigarette & Informatica
venerdì, 26 Ottobre 2007E’ una constatazione di fatto: sigarette e informatica vanno spesso a braccetto. Lo noto da quando ho iniziato a lavorare in questo settore (ma anche frequentando ambienti a livello ludico/amatoriale). Davvero tante persone che utilizzano il computer fumano anche come turchi.
E’ quasi un rapporto di causa-effetto: fumare per lavorare e lavorare per fumare di nuovo. Il fumo in qualche modo allontana momentaneamente lo stress da lavoro. E’ una soluzione temporanea, perché dopo un po’ si avverte la necessità impellente di accendersi un’altra sigaretta. Questo brutto e infausto legame porta a una dipendenza ancor più forte e a mio avviso non fa che rafforzare il vizio. Che non si dissolve, purtroppo, in una nuvola di fumo… ma porta con se spiacevoli effetti collaterali: ambienti affumicati, dita (e tastiere) annerite dal tabacco incenerito, vestiti puzzolenti e, soprattutto, si costringe i non fumatori a sopportare un ambiente sgradevole. E’ una limitazione della libertà personale altrui.
La legge che dal gennaio 2004 in Italia impone il divieto di fumare negli ambienti pubblici per me è stata una mano santa: fino a prima della sua approvazione ero costretto a subire, nel lavoro e nel tempo libero, la puzza e il fastidio che il fumo di sigaretta mi infliggono. Non la sopporto. Purtroppo oggigiorno c’è ancora qualcuno che se ne frega del divieto, ma per fortuna si tratta di una esigua minoranza. Ci sono gli spazi aperti, adibiti ai fumatori, ed è giusto che vengano utilizzati quelli.
Mi stupisco davvero tanto che il vizio del fumo, con l’informazione che c’è ai giorni d’oggi (sui danni che esso provoca), sia ancora così diffuso, soprattutto fra i giovani!
Vedo tanti ragazzi, a dire il vero più donne che uomini, attaccate morbosamente alla sigaretta. Apro una parentesi: a parte che fa male, ma per me una ragazza fumatrice perde molta attrattiva anche come donna.
Tornando in tema, l’aria che respiriamo nelle città già fa schifo per via dello smog. Perché rovinarci la salute ancor di più, fumando le sigarette proprie, o quelle, sommessamente imposte, degli altri?
RomaNordOvest: un anno e mezzo dopo
martedì, 10 Luglio 2007E’ passato ormai oltre un anno e mezzo da quel settembre 2005 in cui nacque la prima versione del sito. Ci ho lavorato davvero tanto da allora, ma solo oggi mi sento di poter trarre le prime conclusioni, per iscritto, sui risultati conseguiti, da me e da tutto lo staff che mi aiuta nella gestione.
La comunità di utenti che lo compone è aumentata tanto da essere un gruppo attivo ogni giorno (anche se ancora a livelli medio-piccoli): questa è la prima soddisfazione, perché il sito è nato principalmente come punto di incontro fra la gente.
Inoltre l’aver saputo soddisfare le esigenze degli iscritti, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello amministrativo, è un piacevole riscontro del lavoro intrapreso in questa direzione.
RomaNordOvest è alla sua terza veste grafica, spero migliore di tutte le precedenti. Il sito è ormai ricco di tante utili funzioni e composto da varie sezioni. Sugli aspetti tecnici sono stato molto pignolo e costante, perché non si finisce mai di scoprire qualche bug… 😉 Il tutto è stato fatto curando possibilmente ogni aggiornamento software (a volte anche critico e impattante sul sito in esercizio) o mettendo mano al codice della parte back-end, per apportare modifiche o aggiungere nuove funzionalità.
Questo è quanto c’è dietro al sito, un massiccio lavoro di innovazione e aggiornamento, che continua dagli inizi ad oggi, e che contribuisce a renderlo interessante, piacevole o divertente al suo pubblico.
Non è stato facile neanche far decollare il sito: in principio eravamo una ventina di utenti (attualmente invece siamo quasi 400). Farsi conoscere è stata una piccola impresa. 🙂
Quindi concludo questo intervento ringraziando tutti gli iscritti di RomaNordOvest, specialmente i più assidui e coloro che hanno contribuìto direttamente, credendo come me in questo comune progetto. Il vostro entusiasmo e la vostra presenza mi hanno dato lo spunto e la voglia di andare avanti, anche nei momenti più critici, in cui magari sorgevano infiniti problemi tecnici oppure quando il sito, in fase di stanca, necessitava di qualcuno che gli desse nuova vita. 😉
My best regards.
E’ uscito Thunderbird 2.0!
venerdì, 20 Aprile 2007Oggi esce finalmente l’attesissima release (almeno per me lo è) di Mozilla Thunderbird 2.0. E’ possibile scaricarlo da questa pagina.
Sono curioso di provarlo, quindi lo installo subito… 😉
Son passati dieci anni…
domenica, 11 Febbraio 2007… dal mio primo collegamento ad Internet casalingo. Dieci anni e un mese: era infatti il gennaio del 1997.
Quanti ricordi, e quante cose sono cambiate da allora…
Fiumi di parole
giovedì, 25 Gennaio 2007Qualche giorno fa ho letto un interessante articolo del mio amico Jollino, a proposito dei tanti blog che da qualche anno proliferano in Rete.
Egli ha stigmatizzato in maniera esemplare un pensiero che prima o poi avrei espresso anch’io sul mio sito. Preferisco citarne subito dei passi per entrare nel vivo della questione.
Non capisco che senso abbia avere dei blog “personali” in cui si parlano di cose senza che nessuno capisca niente. Se vuoi dire la tua dilla, se vuoi postare dei log pòstali, ma blaterare a caso in maniera incomprensibile mi pare francamente inutile. Che si tenessero dei diarî su carta o in un file sui loro computer, tanto nessuno ci capisce niente!
Va bene, uno magari tiene un diario online e lo tiene pubblico perché è esibizionista o perché lancia messaggi, e questo ha pure un suo senso. Ma perché tanta gente ha blog criptici, che non hanno capo né coda, in cui i post sembrano tanto profondi ma poi, scava scava, è solo una voglia insulsa di scrivere e farsi i fighi senza esserne capaci?
E ancora:
Direi che la palma d’oro se la spartiscono i blog delle quattordicenni depresse — quelle che arrivano a firmarsi con cose tipo “Insicura ‘92″ — e questi neoinchiostratori da strapazzo, novelli ermetisti incapaci scrivono, scrivono, scrivono e alla fine non hanno detto niente.
La cosa paradossale è che quelli che rispondono con i commenti fanno finta di capire e di compatire, spinti da una ipotetica quanto ipocrita empatia.
Mi fermo proprio su questo punto: a mio avviso usare il blog come strumento di compassione, o meglio, di autocompassione non è tanto benefico. Va bene uno sfogo ogni tanto (differente e di altro valore sociale è una denuncia), ma quando si utilizza la scrittura per piangersi e addosso e farsi compatire secondo me si finisce col deprimersi ancora di più.
Chiudo queste mie considerazioni citando di nuovo Jollino:
speriamo sia una bolla che scoppi presto: per i diarî segreti incomprensibili c’è la cartoleria, non la blogosfera.
Chat vs. E-mail
martedì, 23 Gennaio 2007Oggigiorno tutti -o quasi- sappiamo cos’è una chat. Mentre un tempo si chattava esclusivamente per mezzo del protocollo IRC, in un periodo successivo sono nati numerosi network di instant messaging (messaggeria istantanea).
La comodità delle chat è indubbia, ci permette di comunicare con chiunque in qualsiasi momento, di conversare con più persone contemporaneamente, di scambiare file, ecc. (persino di videochattare, se provvisti di webcam).
Rimanendo sul tema della comunicazione puramente testuale, prima ancora della chat si utilizzava esclusivamente la posta elettronica, che oggi è ancora lo strumento preferito in ambito lavorativo, ma nell’uso privato si è perso un po’ l’utilizzo della cara e vecchia email a favore della comunicazione in diretta.
Fatta questa premessa, vengo al dunque: a volte l’immediatezza messa a disposizione dalla chat non è necessaria, e, se non richiesta, può risultare invasiva, fastidiosa, perché richiede una risposta parimenti immediata.
Comporre un’email è un’azione differente, che richiede un minimo d’impegno, perché ci si deve mettere a scrivere un messaggio che abbia un inizio e una fine, e non a tutti va (per pigrizia).
In molti, soprattutto gli utenti più giovani della Rete, trascurano la possibilità di inviare un’email all’interessato, aspettando piuttosto sia disponibile in chat. Comporre un messaggio di posta è forse una procedura leggermente più formale che dirsi un “ciao, come va?” in tempo reale, ma personalmente reputo che se il contenuto non è banale (può trattarsi ad esempio di una richiesta di informazioni, di un racconto di un viaggio, di un invito a un evento, ecc.). Non si ha bisogno di una risposta o di un commento immediati ed il messaggio è su un livello più ‘alto’, a seconda del contenuto, del destinatario e del rapporto che c’è fra gli interlocutori, rispetto ad una chat.
Per fare un parallelo, l’email è come una lettera cartacea che arriva nella cassetta della posta, mentre la chat è come qualcuno che suona alla nostra porta e, se decidiamo di aprire, iniziamo a parlarci. Quindi la chat, seppur utilizzi la scrittura come medium a livello fisico, assomiglia più alla comunicazione verbale.
Il senso di questo lungo post è che a volte sarebbe preferibile l’uso dell’email al posto della chat, poiché in certi casi, nell’errata convinzione di essere più immediati, si perde paradossalmente più tempo.
La posta elettronica continua ad avere tanti pregi: viene consegnata rapidamente, c’è più sintesi, o, a seconda del contenuto, si ha la possibilità di essere più analitici e completi. Infine l’email prevede una forma di saluto (in apertura, in chiusura o in entrambi i casi) che fa sì che il messaggio sia in qualche modo completo e ‘impacchettato’ per la spedizione: sarà il destinatario ad aprirlo al momento opportuno, a vedere cosa c’è dentro, a riflettere e, se è il caso, a rispondere, con tempi e modalità diversi.